Firenze – Dal 10 Aprile al 5 Giugno Mostra etrusca al Museo Archeologico di Fiesole -
B&B Francesco Redi Arezzo informa che fino al 5 Giugno prossimo si svolgerà nel Museo Archeologico di Fiesole una mostra intitolata “Gli etruschi ed il sacro. Da Fiesole a Sovana”. Mentre dal 9 Luglio al 15 Settembre la mostra cambierà di sede e si sposterà al Museo di Sovana, in un originale sodalizio culturale fra i due importanti centri etruschi. L’aspetto più importante dell’esposizione sono i materiali legati al culto religioso. Urne cinerarie, stele, bronzetti e terrecotte votive, provenienti sia dai due Musei coinvolti nel progetto che dal Museo Archeologico di Firenze e oggi visibili dopo anni di oblio. Nessun altro popolo antico, al pari degli etruschi, ebbe una particolare predisposizione a ricercare nell’ultra terreno le ragioni di quel che accadeva nel mondo degli uomini. Da qui la centralità, nella loro società, di figure quali gli aruspici e i sacerdoti, che possedevano l’arte di reinterpretare il volo degli uccelli, le viscere degli animali, i fulmini.
Un esempio significativo di queste pratiche magiche sono le due statuette di piombo rinvenute nella necropoli di Sovana, che è di epoca arcaica. I due personaggi inequivocabilmente specificati con nome e cognome, sono databili al III secolo a.C. Netta è dunque la distanza cronologica con il corredo della tomba. Ciò significa che circa tre secoli dopo, la tomba fu riaperta per sistemare le due statuette. L’ipotesi più probabile è che si tratti di un rito magico, probabilmente legato agli Dei dei morti, che avevano come metallo sacro proprio il piombo. Le mani legate e le gambe mozzate rimanderebbero ad una maledizione: colui che la subisce non è infatti più libero nelle sue azioni. Insomma i due personaggi sarebbero stati raccomandati ad una divinità degli inferi per far loro accadere una serie di mali terribili.
L’esposizione è curata da Marco de Marco e da Lara Arcangeli ed è organizzata dai Comuni di Fiesole e Sorano con la collaborazione della Soprintendenza Toscana.