Arezzo – Alan Friedman “Ammazziamo il gattopardo” – sabato 3 maggio 2014 ore 17,00 -

Edito da Rizzoli “Ammazziamo il gattopardo” è il libro di Alan Friedman che sarà presente a “Il giardino delle idee” sabato 3 maggio 2014 alle ore 17,00. Il libro rappresenta un esempio di giornalismo virtuoso scritto da un esperto di economia, nato negli Stati Uniti ma che gode di una lunga collaborazione con una importante testata giornalistica europea, il Financial Times di Londra. Indagare, documentare, pubblicare, questa la vera lezione di giornalismo che arriva da Friedman. L’idea di scrivere un libro su alcuni retroscena della politica italiana è del Marzo/Aprile 2013. Si tratta di un’opera preziosa, di un autentico esempio di giornalismo d’inchiesta attraverso il quale l’autore si chiede perché mai l’Italia, nonostante i tanti primi Ministri, ed i tanti governi che si sono avvicendati, non sia ancora riuscita ad affrontare le emergenze. E così si comincia con le interviste a Giuliano Amato, Massimo D’Alema, Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Mario Monti ed anche Matteo Renzi. Un capitolo del libro, “Il piano del Presidente” è stato per alcune settimane il fulcro di un ciclone mediatico pazzesco perché coinvolge proprio il nostro attuale presidente della repubblica Giorgio Napolitano, Silvio Berlusconi, allora presidente del consiglio e Mario Monti,, presidente del consiglio che succede a Silvio Berlusconi,  in fatti presumibilmente accaduti nell’estate 2011, l’estate che vede il governo Berlusconi cadere per lo spread.. ma che invece… A seguito della pubblicazione di questo libro Giorgio Napolitano ha scritto una lettera pubblica e Mario Monti ha cercato di correggere alcune dichiarazioni.

Ci sono anche riferimenti agli anni 80, Giuliano Amato, che in una lunghissima intervista, spiega e riferisce come lui abbia visto crescere il debito pubblico del paese tra le irresponsabilità della prima repubblica. D’Alema che ancora difende il finanziamento pubblico ai partiti e Berlusconi che riferì, in tempi non sospetti, che Alfano avrebbe probabilmente avuto la stessa sorte di Gianfranco Fini.

Un americano che dice di aver imparato molto in Italia, che ha sposato un’italiana e che ama questo paese, non vuole dare lezioni ma indicazioni concrete, suggerimenti per migliorare il futuro delle prossime generazioni. Friedman dichiara che non si può usare un’ottica anglosassone per capire questo paese e sopratutto non si possono prendere esempi di altri ed imporli qui ma ci sono alcuni punti che debbono essere necessariamente affrontati. L’abbattimento del debito pubblico, l’urgenza del minimo vitale per fasce più deboli, un sistema pensionistico più equo, leggi per l’occupazione femminile, vera meritocrazia per la pubblica amministrazione e, sopratutto, togliere competenze alle regioni nella sanità. Le regioni rappresentano un grande elemento di spreco in questo paese. E poi la parola patrimoniale non è una bestemmia. Una patrimoniale leggera è necessaria così come si parla di sacrificio collettivo. Il titolo del libro si rifà alla famosa frase del libro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa “Bisogna che tutto cambi affinché tutto resti come è” ed allora “Ammazziamo il Gattopardo”,le forze della conservazione sono fortissime, quelle che si oppongono alla trasformazione, una mentalità troppo radicata nella cultura politica e nella classe dirigente in generale.

Laureatosi alla New York University, Alan Friedman ha studiato alla London School of Economics and Political Science e alla John Hopkins University School of Advanced International Studies di Washington.
È stato una delle più autorevoli firme del Financial Times dal 1979 al 1993, prima a Londra e quindi corrispondente dall’Italia e dagli Stati Uniti.
Vincitore per ben quattro volte del British Press Award – equivalente inglese del Premio Pulitzer – è l’unico giornalista americano ad avere ricevuto la Medaglia d’onore dal Parlamento italiano.
Fra i suoi scoop il caso Iraq gate, lo scandalo che travolse la Banca Nazionale del Lavoro e dimostrò il coinvolgimento della Casa Bianca e la CIA nella vendita di armi a Saddam Hussein.
In seguito è stato Global Economy correspondent dell’International Herald Tribune e ha anche scritto per il New York Times e The Wall Street Journal Europe.
Agli inizi della sua carriera, fu giovanissimo collaboratore dell’amministrazione del presidente Jimmy Carter.
Ha prodotto programmi televisivi su economia e politica ed è stato consulente di capi di governo in Asia e Medio Oriente, oltre che di organizzazioni internazionali come l’ONU per la strategie di comunicazione e la politica economica.
Ideatore e conduttore televisivo anche in Italia, ha collaborato a lungo con RAI, LA7 e Sky lavorando nel disegno e lancio del canale SKY TG24.

Alan-Friedman

 

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