Arezzo – Festival italiano del cinema sociale – Cristo si è fermato a Eboli – Francesco Rosi – Sabato 23 Novembre 2013
Bed and Breakfast Francesco Redi Arezzo, informa che sabato 23 Novembre 2013 al Festival italiano del cinema sociale, ore 21,00 proiezione del Film del 1979, “Cristo si è fermato a Eboli” di Francesco Rosi.
Il film è tratto dal romanzo omonimo di Carlo Levi che nasce il 29 Novembre del 1902 a Torino, antifascista. Si laurea nel 1923 in medicina e già espone come pittore. Scopre con Gobetti il liberalismo rivoluzionario. Diventa scrittore in Lucania, tra il 35 e 37 dove matura il libro autobiografico Cristo si è fermato a Eboli, tradotto e celebrato in tutto il mondo. Esule in Francia nel 39. Dopo il 46 esplode il suo nome come scrittore, compagno della figlia di Umberto Saba.
Carlo Levi arriva in Basilicata nel 1935, nella comunità di Grassano, perché si opponeva al regime fascista, era ebreo. La famiglia Prisco, locandieri ospitarono lo scrittore. Carlo Levi arriva la mattina del 3 Agosto del 1935, si figurava Grassano un paese di montagna, così scrive alla madre, mentre trova un piccolo paese di alta collina, ammira il paesaggio tipico della Lucania. Dipinge paesaggi ispirato dalla bellezza delle ambientazioni, paragona Grassano alla Gerusalemme immaginaria. Si trasferisce successivamente ad Aliano, in una casa, dove ha dimorato per più di otto mesi. A Eboli si fermano la civiltà e la ferrovia e Levi viene dal nord da Torino, dove torna , scortato per la morte di un parente. Ma vi torna profondamente mutato e più distaccato. “Il linguaggio che loro usano… sarà che adesso li sto a sentire con l’orecchio da contadino, cerchiamo d’intenderci su questo termine, i contadini sono coloro che fanno le cose, le amano e se ne contentano, insomma tutti quelli che producono, anche gli operai sono contadini. Gli altri.. ti ricordi Don Luigino il podestà di Gagliano? Sono tutti come lui, sono luigini. Tutta la borghesia, con le sue varianti, specie, sottospecie, la struttura stessa del nostro stato è luigina. Sono solo una lieve maggioranza, il 51% Ogni luigino ha bisogno di qualcuno per vivere, stanno bene attenti che la stirpe contadina non si assottigli troppo. Io sono un intellettuale progressivo non illuiginito, almeno per ora. Gramsci è un contadino, Gobetti, rossi, salvemini sono contadini, capisci cosa voglio dire? Io penso che la natura delle donne sia più contadina di quella degli uomini”.