Arezzo – Gianrico Carofiglio presenta il libro “Il bordo vertiginoso delle cose” – 15 Marzo 2014

Edito da Rizzoli, “Il bordo vertiginoso delle cose” è il romanzo di Gianrico Carofiglio che verrà presentato ad Arezzo da “Il giardino delle idee”,  al Teatro Vasariano, Piazza Grande, alle 17,00, nel giorno di sabato 15 Marzo 2014.

Gianrico Carofiglio, nato a Bari nel 1961, è magistrato, scrittore e politico italiano. Esordisce come scrittore di successo, già alla sua prima opera, Testimone inconsapevole, del 2002. Nella sua carriera di scrittore ha ricevuto premi importanti, tra cui il Premio Bancarella, nel 2005 per “Il passato è una terra straniera”. I suoi libri sono stati tradotti in molte lingue. E’ stato Senatore della Repubblica nel precedente governo, con incarichi antimafia.

Il protagonista del romanzo “Il bordo vertiginoso delle cose” è Enrico Vallesi, scrittore in crisi, che, dopo aver letto una notizia in un giornale, abbandona Firenze, città in cui vive, per tornare a Bari, luogo della sua adolescenza. Da quel momento nella sua esistenza si apre una falla che lo costringe a ripercorrere all’indietro la propria vita. Ci sono due storie che si incrociano e s’intrecciano, quella del protagonista, scrittore fallito, che non riesce più a trovare le parole per scrivere un secondo libro, dopo il successo del primo, al quale sono capitate molte cose, uomo decisamente adulto, e quella di un ragazzino di 16 anni, che si svolge trent’anni prima. Le due storie cercano di dare senso l’una all’altra e, nella narrazione, il caso trasforma le vite o  non si realizza. ” Il libro può essere letto in molti modi, come un romanzo di formazione, come una storia d’amore, come un romanzo sulla passione per le idee e per la letteratura. Non si tratta di un thriller o di un noir, non ci sono delitti o investigatori ma contiene, per ammissione dello stesso autore, quello strumento narrativo della “suspense”, che spinge il lettore a girare pagina velocemente per sapere come prosegue la storia. A seconda del gusto, dell’umore, degli incontri che si fanno il libro  può apparire diverso perché diverse sono le sensibilità di chi legge e, secondo lo stesso autore, il libro contiene molti spunti e si rifà a molti generi letterari. Si parla di violenza, d’amore, di iniziazione alle idee,  di filosofia e di attenzione per le parole. Una parte del libro è dedicata, per esempio,  alle lezioni di filosofia della giovane insegnante Celeste ed appare molto interessante scoprire l’idea dell’autore sulla filosofia. La filosofia è materia apparentemente inutile ma che “serve a non dare per scontato nulla,  è uno strumento per capire quello che ci sta attorno. Ma capiamo davvero quello che ci sta attorno se non diamo per scontate le verità che qualcun altro ha pensato di allestire per noi. Fare filosofia, cioè pensare, significa imparare a fare e a farsi domande…“. Il libro non è autobiografico nel senso che vengono narrati fatti realmente accaduti ma, dice l’autore, “racconta la verità con lo strumento della finzione”. E comunque “c’è un autobiografia delle emozioni ed una autobiografia generazionale”.

Il titolo richiama un verso di una poesia di Robert Browning “A noi preme soltanto il bordo vertiginoso delle cose” che Carofiglio avrebbe voluto utilizzare all’interno del libro ma poi si rende conto che quelle parole erano destinate al titolo.  La storia narrata ha spesso attinenza con questa idea del camminare in bilico sull’irreparabile. Tra l’altro uno dei temi del libro è il confine ambiguo tra il successo e il fallimento, vengono descritte le differenze e le somiglianze tra “i due mentitori” come li chiamava Kipling, il trionfo e la disfatta.

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