Philippe Daverio parla di Arezzo nel suo libro “Guardar lontano veder vicino” – 1 Marzo 2014 – ore 17,00
Nel giorno di sabato 1 Marzo 2014 Il giardino delle Idee ospiterà alle ore 17.00 il prof. Philippe Daverio per la presentazione del libro “Guardar lontano veder vicino – Esercizi di curiosità e storia dell’arte” Edito da Rizzoli. L’incontro avverrà al museo Vasariano di Piazza Grande, dove la piccola rassegna letteraria aretina si è trasferita da poco. Il giardino delle idee ha deciso di dedicare la giornata di sabato 1° marzo 2014 al racconto della magnificenza del Rinascimento Italiano con la partecipazione dei due massimi divulgatori presenti oggi nel nostro Paese. Alle 17,00 Daverio e alle 21,00 Alberto Angela che presenterà il libro “Viaggio nella Cappella Sistina”.
Philippe Daverio si definisce un antropologo, uno che studia il comportamento umano all’interno della propria tribù, o uno storico dell’arte e non gli piace esser definito critico d’arte. Nasce in Alsazia, nel 1950 in una famiglia di sei figli da madre alsaziana e padre italiano. Quando è arrivato in Italia ha frequentato la facoltà di Economia e Commercio alla Bocconi di Milano senza laurearsi. Ha vissuto il ’68 e, a vent’anni, pensava di fare la rivoluzione. E’ stato assessore alla cultura a Milano con la Lega, anche se ora si sente molto lontano da quella posizione politica. Propone una elezione diretta del Ministro alla cultura perché in Italia la ricchezza del nostro patrimonio artistico lo giustificherebbe. “La televisione mi è caduta addosso, non è vero che la televisione debba semplificare ma trascinare in un viaggio di scoperta”. Attualmente conduce “Il foglio Daverio” su Rai 5. Un altro programma di successo.
Nel suo ultimo libro “Guardar lontano veder vicino”, edito da Rizzoli, Philippe Daverio racconta il Rinascimento, tra i tanti esponenti che cita c’è anche il nostro Piero della Francesca. Il Rinascimento è il periodo fondativo della cultura e dell’arte italiana, prende le mosse dalla pittura di Giotto, “un fulmine nella storia dell’arte”, e si conclude con quel “talentaccio e caratteraccio” di Caravaggio, attraversando la curiosità anarchica di Leonardo, i cagnolini di Tiziano, l’eccentrica sensualità di Parmigianino e i sussulti religiosi di Michelangelo. Quello rinascimentale è un secolo speciale, grinta, dialettica, cosmopolitismo, dice Daverio su La Nazione dei 19 Dicembre 2013, e si contrappone al populismo dei nostri tempi. Il Rinascimento rappresenta un mondo contraddittorio di cui la Firenze borghese è l’epicentro perché qui l’artigiano del cesello diventa artista. Si guardi Donatello, i Fratelli Della Robbia, con le loro bellissime ceramiche, o come il Brunelleschi che dal cesello passa al compasso e all’architettura. E’ l’architettura trionfante l’arte primaria dell’umanesimo e del Rinascimento. La Venezia del Doge è il posto più sicuro e la Milano ducale è la più sofisticata fabbrica di armi e Roma il palcoscenico definitivo. Tutti sono tutto ed il contrario di tutto. Dal paganesimo Del Pollaiolo alla religiosità del Botticelli. Dalle prospettive del Perugino alle sperimentazioni di Piero della Francesca. Gli esempi potrebbero proseguire e dimostrano che l’Umanesimo ed il Rinascimento non hanno alcun tipo di unità.
Ricordiamo ciò che Daverio ha dichiarato su La Nazione dei 19 Dicembre 2013 sulla nostra città. Secondo Daverio cultura e commerci percorrono la stessa strada. Prendiamo Firenze e la funzione traino di un’azienda come Ferragamo, così talmente rinascimentale nell’incrociare valore locale e prodotto internazionale, il vero concetto del business. Arezzo non ha mai sviluppato un senso d’identità nell’immaginario collettivo, non è percepita nettamente come Siena e Firenze. Manca un progetto di comunicazione anche se c’è l’Autostrada del Sole. In sostanza Daverio sostiene che Arezzo città con grandi testimonianze artistiche rinascimentali è uno dei principali centri urbani della Toscana insieme a Firenze e Siena ma manca di un progetto turistico che possa lanciarla come città d’arte a livello nazionale ed internazionale. Fondatore del movimento culturale “Save Italy” per sensibilizzare intellettuali e cittadini alla salvaguardia del patrimonio culturale italiano, Daverio dice di concordare con Sgarbi quando dice che Agnelli e Berlusconi sono vissuti invano perchè non hanno visto gli affreschi di Piero della Francesca.
Bed and Breakfast Arezzo Francesco Redi.